Ingredienti

Siamo propensi a entrare come ingredienti negli affari altrui e nelle occasioni che la vita presenta, sempre e ovunque...

Facciamo però fatica alquanta a entrare in noi stessi, ad essere cioè l'ingrediente del nostro stesso essere.
 
Questa situazione porta come conseguenza al farsi di una spaccatura, una schizofrenia tra me e il mio io, tra me e l'altro, tra me e il mondo.
 
Soluzione urgente è quella di accoglierci per quello che siamo, entrando come ingredienti in noi stessi e amalgamando tutto il nostro essere come vero, sincero.
 
Solo questo ci fa superare l'insoddisfazione e ci dà serenità.

Quando si può essere violenti?

In teoria, mai.

Ma nella pratica la teoria deve incarnarsi in una particolare situazione dovuta non all'affermazione di qualcosa o di qualcuno, come può essere la teologia della liberazione, che vorrebbe applicare la proposta del vangelo con la forza e le armi, cioè con la violenza. Questo non è avvallabile.
 
Non dunque violenza per affermare, ma per una difesa di una identità: la verità. Quando essa viene distolta e deformata, specie a scapito non di se stessi, ma della debolezza della situazione o delle persone che la incarnano e non possono più affermarla in altro modo perché il prepotente impedisce loro di manifestarla. La difesa di una identità deformata se non ha altro mezzo, pone in atto la giustificazione del gesto di forza, adeguato e proporzionato alla posta in gioco della deformazione, senza esitazione.
 
E' il caso di alcuni gesti decisamente forti evangelici, posti in atto dallo stesso vangelo, e prima ancora nei gesti profetici dell'Antico Testamento, ma anche nel messaggio ecclesiale affermato con chiarezza, forza, decisione e grande coraggio dai profeti del nostro tempo.
 
Anche a noi potrebbe capitare la scelta in qualche caso...?