Suicidio delle liturgie

Stiamo assistendo al suicidio delle liturgie.
Non solo di quelle religiose, ma anche di quelle sociali, e che dovrebbero essere le prime ad avere la caratteristica dell'incontro con la sacralità dell'umanità, oggi evanescente.
 
Ogni liturgia avvelena l'esperienza del sacro, inibendola con ciò che il sacro primariamente mai non ha: il piacere.
Il sacro sparisce alla vita, e la piacevolezza annebbia la vista.
 
Le conseguenze?
Senza la coscienza del sacro dentro di sé, la persona va alla ricerca del sacro fuori da sé: droga, illusioni, delusioni, occasioni, perversioni, manipolazioni, esperienze forti,...tutto ciò insomma che di magico, di esoterico e di misterico possa avvicinarsi a un recupero dell'originale sé sacro(santo).
 
Il prolificare dei riti umani e delle liturgie religiose non è affatto positivo: occorre ridurli all'essenziale, se si vuol fare esperienza del sacro di sé e del sacro fuori di sé, se vogliamo essere un po' più sereni; altrimenti, voliamo a ufo!